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Quando la sanità va incontro al territorio

Quando la sanità va incontro al territorio

Kairos è una cooperativa sociale plurima che opera in campo medico per costruire una sanità di territorio che avvicini alle persone i presidi ospedalieri territoriali, a volte difficili da raggiungere.

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Vicinanza alle persone e prestazioni sanitarie di qualità sono tra i requisiti fondamentali che la sanità dovrebbe avere secondo la cooperativa Kairos, che opera nell’alessandrino, in una zona di provincia dove la carenza di personale medico è particolarmente accentuata.


Kairos è una cooperativa sociale plurima nata nel 2013 a Benevento dal progetto Policoro, promosso dalla CEI in collaborazione con Confcooperative, per offrire sostegno a giovani imprenditori, ma anche servizi educativi e assistenziali rivolti in particolare a minori, anziani e persone con disabilità. Dopo 9 anni di attività, nel 2022 Kairos ha spostato la propria sede legale in Piemonte, dove oggi gestisce i pronto soccorso di Ovada, Novi Ligure e Acqui Terme, il piccolo reparto di psichiatria dell’ospedale di Ovada e, a Casale Monferrato, quello di neurologia.

Ai servizi sanitari affianca anche quelli sociali, attraverso un supporto allhousing sociale e co-housing rivolti soprattutto a persone anziane non autosufficienti.


Recentemente la cooperativa Kairos, insieme alla Fondazione Cigno Onlus, ha inaugurato il Camper della Salute, mezzo di trasporto ambulatoriale che sarà a disposizione dei paesi del distretto di Acqui Terme e Ovada. Un modo per avvicinare il presidio ospedaliero territoriale di Ovada alle periferie e alle persone che non possono raggiungere ospedali o ambulatori e che hanno però bisogno di assistenza: analisi del sangue, piccole attività ambulatoriali o anche supporto nella prenotazione di esami e visite.


Obiettivo di Kairos è proporre un’alternativa concreta e positiva all’erogazione di prestazioni sanitarie da parte dei medici gettonisti, pratica che sta logorando la qualità e l’accessibilità delle cure. Antonio De Luca, Presidente della cooperativa Kairos, spiega: “i medici gettonisti trovano terreno fertile nella difficoltà che i pazienti hanno per accedere alla sanità pubblica. Ospedali e pronto soccorso sono sovra-frequentati perché le persone hanno bisogno di risposte, ma non trovano presidi territoriali a cui rivolgersi. Questo porta a un abbassarsi della qualità delle cure e a un innalzarsi del livello di stress dei medici, che si trovano oberati di lavoro e con poco tempo da dedicare ai pazienti. È una situazione che dev’essere sbloccata attraverso una co-progettazione tra terzo settore ed ente pubblico, in modo da reindirizzare le richieste meno urgenti a presidi sanitari territoriali”.


Kairos conta oggi sulle competenze di 90 medici, 15 dei quali sono soci, che hanno trovato nella cooperativa una giusta conciliazione tra lavoro e vita privata: flessibilità e centralità della persona sono infatti tra i valori fondamentali della cooperativa. Non solo: il radicamento sul territorio è una convinzione fondamentale condivisa dai medici di Kairos, che hanno appoggiato la scelta di non partecipare a gare d’appalto fuori dall’alessandrino, per dedicarsi interamente ai bisogni delle persone che abitano quelle zone.


“Innovare la sanità” conclude Mario Sacco, Presidente di Confcooperative Piemonte Sud e della federazione Sanità, “significa adattarla ai bisogni di una popolazione sempre più anziana e di periferie che sono una caratteristica spiccata del territorio piemontese: piccoli borghi e zone rurali abitate prevalentemente da persone spesso sole per le quali a volte risulta difficile o addirittura impossibile spostarsi. L’attuale stato di crisi della sanità richiede una risposta pronta e creativa, che si avvalga di una collaborazione tra terzo settore ed ente pubblico per lavorare a una sanità di territorio che sia al passo con i tempi e con le esigenze attuali, affinché il diritto all’assistenza e alla cura di qualità sia garantita a tutti e tutte. tutti e tutte. Questa una delle priorità che ci aspettiamo che la nuova amministrazione regionale metta all’ordine del giorno delle politiche sanitarie del prossimo mandato”.


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