Prosegue il racconto della prospettiva tutta femminile sul legame tra donne, lavoro e cooperazione, per approfondire un tema sempre ancora attuale e importante per una sostenibilità a tutto tondo.
Lasciamo la parola a Rosa Oberto, Vicepresidente di Terre del Barolo e membro del Consiglio di Presidenza di Confcooperative Piemonte.
Qual è, secondo te, il ruolo delle donne nel mondo della cooperazione e quale valore aggiunto portano?
Nel mondo cooperativo la voce femminile si sente molto, anche se non nei ruoli apicali. Si tratta di una presenza che io interpreto pensando alle capacità delle donne, più abili degli uomini ad assumere un atteggiamento inclusivo e, oltre a questo, a valutare le esigenze del territorio.
Nelle cooperative agricole, a differenza di quanto si potrebbe pensare, c’è in realtà una quota piuttosto alta di presenza femminile, perché è un lavoro che permette maggiore flessibilità, con un vantaggio per le madri. Si tratta di un dato importante, perché le donne nelle aziende agricole hanno saputo portare varie attività complementari, come quelle di accoglienza turistica e proposte didattiche, che arricchiscono di certo i territori.
Come sei entrata nel mondo della cooperazione e cosa può dare di più la cooperazione rispetto alla classica impresa secondo te?
Sono entrata nel mondo cooperativo con il mio primo lavoro nella cooperativa Alice, dove, però, ero collaboratrice esterna. Sono poi entrata nella cooperativa sociale Emmaus, dove ho lavorato in una comunità residenziale: lì, sperimentando in prima persona il significato della cooperazione, mi sono sentita subito parte di una grande famiglia, e ho scelto di restare in questo mondo. Nel 2010, anche per ragioni organizzative personali, ho deciso di lavorare nell’azienda agricola di famiglia, socia della cooperativa Terre del Barolo da lunga data, a cui io ho voluto dare un senso profondo: ho fatto una scelta consapevole, perché ci credevo.
La cooperazione mette al centro il “noi”, che include l’ “io”. Certo, è più difficile tenere insieme tanti punti di vista, è tutto più macchinoso e complesso, ma è una filosofia d’impresa lungimirante: chi va piano portandosi dietro tutti va sano e va lontano.
Cosa desideri o cosa vedi nel futuro della cooperazione per le donne?
Desidero una società in cui non siano più necessarie le quote rosa: vorrei che ci fosse una parità reale, che permetta le stesse opportunità a tutti, a uomini e donne, indipendentemente dal genere. Desidero una società in cui sia dato un supporto organizzativo ed economico concreto a donne e uomini che devono conciliare il lavoro con la genitorialità. Siamo di fronte a una grande sfida per il mondo lavorativo tutto e per la cooperazione: spero che saremo capaci di affrontarla, con coraggio e comunione d’intenti.