Se il 22 giugno, con un’estate iniziata da poche ore, ci troviamo a guardare il meteo con la speranza che piova, qualcosa non funziona. Mentre confidiamo nella timida pioggia di queste ore, i dati che arrivano dalle cooperative agricole aderenti a Confcooperative Fedagripesca Piemonte da un lato e dalle agenzie che si occupano di monitorare la situazione idrica del nostro Paese dall’altro, sembrano quelli di un bollettino di guerra.
Roberto Morello, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte, ha sottolineato come: “Il nostro settore esce da due anni difficili, dove la cooperazione agricola piemontese non ha mai fatto mancare il proprio apporto. Abbiamo assistito ai rincari nei costi, all’instabilità internazionale e ora a un allarme siccità che sembra non essere approfondito come meriterebbe. In questo modo rischiamo di vanificare tutto il lavoro e i sacrifici fatti”.
In Piemonte, la regione più colpita dalla siccità, 200 comuni sono stati costretti al razionamento di acqua, gli invasi vedono una riduzione media di circa 40-50%, il Lago Maggiore ha perso un metro in tre giorni e il livello del Po è ai minimi storici.
Questi dati allarmanti non solo faticano a trovare spazio sulle prime pagine dei giornali, ma molto spesso vengono raccontati come se si trattasse di un’emergenza, una sciagura imprevedibile da affrontare con soluzioni improvvisate e molto spesso fantasiose e insostenibili.
Chi, invece, come i soci delle nostre cooperative vive quotidianamente sul territorio sa bene che la siccità di questi giorni non è un’eccezione, ma parte di un problema idrico strutturale aggravato sicuramente dalle elevate temperature anomale che fanno aumentare l’evapotraspirazione.
La siccità invernale aveva già compromesso parte dei raccolti di grano e delle colture stagionali, oltre ad aver “svuotato” molti bacini idrici fin dalla primavera. Oggi è a rischio la produzione di mais – le piante sono piccole, le foglie chiuse e la fioritura incerta -, il comparto cerealicolo intero e la risicoltura piemontese, così come la produzione foraggi per il comparto zootecnico. Luglio e agosto sono inoltre mesi cruciali per moltissime coltivazioni piemontesi.
Un dramma trasversale a tutti i settori, dunque. Di fronte a questo scenario, quali soluzioni auspicare?
Sicuramente una migliore gestione dell’acqua. “Bisogna lavorare affinché venga ridotta la dispersione idrica e aumentata la capacità di conservare acqua piovana (oggi l’Italia utilizza solo l’11% dell’acqua piovana ndr); bisogna pensare a nuove tecniche di irrigazione e scegliere colture adeguate al tipo di zona e di terreno, tenendo conto delle trasformazioni alle quali il nostro territorio sta andando incontro a causa del cambiamento climatico” afferma Renato Chiadò Puli, Consigliere di Confcooperative Fedagripesca Piemonte e Presidente del Consorzio CAPAC, che aggrega oltre 2.300 imprese agricole che operano nel comparto cerealicolo.
Chiadò Puli ha poi proseguito: “I numeri per il comparto cerealicolo sono sconfortanti. Parliamo di 30% in meno di produzione del grano, e rischia addirittura di essere superiore il danno al raccolto del mais qualora persistesse questa situazione. Non parliamo solo di un danno immediato ai soci e alle cooperative, ma le conseguenze persisteranno inevitabilmente negli anni a venire”.
È fondamentale inoltre guardare a tutta la filiera alimentare nel suo complesso, senza dimenticare quelle cooperative che si occupano di trasformazione del prodotto e che si troveranno inevitabilmente a fare i conti con la carenza di prodotti agricoli in termini sia di quantità che di qualità. Per questo motivo, per contribuire a una visione più ampia del problema Confcooperative Fedagripesca Piemonte pesca ha chiesto di sedere al tavolo regionale dedicato all’emergenza siccità.
Come ribadito da Morello, “è fondamentale che si trovino soluzioni subito attuabili, ma non miopi. Le nostre cooperative sono legate al territorio, con i propri soci conferitori che dipendono strettamente da quello che i campi offrono. Non è pensabile sperare in soluzioni alternative, se non salvaguardare l’intera produzione piemontese. Confcooperative sarà come sempre a completa disposizione delle istituzioni, per provare a lavorare insieme, senza perdere altro tempo”.