In questi primi giorni di gestione dell’emergenza COVID-2019 a seguito dell’Ordinanza del Ministro della Salute di Intesa con il Presidente della Regione Piemonte e le relative Disposizioni Organizzative, molte imprese, comprese quelle cooperative, hanno dovuto limitare o sospendere completamente i propri servizi, a partire da quelli educativo, formativi, socio assistenziali e socio sanitaria, a quelli culturali e del tempo libero.
“Oltre al disagio comprensibile che sta emergendo e rispetto al quale le nostre associate stanno responsabilmente trovando soluzioni meno impattanti sulle persone – ha dichiarato Luca Facta, responsabile delle relazioni sindacali di Confcooperative Piemonte - si evidenzia la necessità di definire quanto prima anche la questione economica dei servizi che non saranno effettuati a seguito di ordinanze di chiusura e sospensione. Da una prima proiezione in Piemonte sono circa 500 i lavoratori attualmente sospesi tra servizi gestiti da cooperative sociali quali educativa territoriale, centri diurni, orientamento al lavoro, centro giovanili, servizi per l’infanzia e quelli che fanno riferimento alle cooperative culturali, sportive e di turismo, come musei, teatri e manifestazioni sportive. Non abbiamo per ora il quadro aggiornato sugli altri settori che però sappiamo in difficoltà come quelli della logistica.”
"Risulta evidente – ha concluso Domenico Paschetta, Presidente di Confcooperative Piemonte - che tali costi non possano in alcun modo ricadere né sui soci lavoratori né sulle cooperative che li gestiscono. Per questo motivo Confcooperative Nazionale, insieme alle altre centrali e alle Organizzazioni Sindacali ha avviato da ieri un confronto con il Governo per attivare un percorso straordinario di ammortizzatori sociali ."