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2014-2019. Cinque anni di Cooperazione Salute

2014-2019. Cinque anni di Cooperazione Salute
Presidente Sacco “Il nostro impegno futuro? Sanità integrativa territoriale”

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Sono passati solo 5 anni da quando Confcooperative Piemonte ha avviato sul territorio piemontese l’operatività della mutua nazionale di sistema “Cooperazione Salute” per offrire alle proprie associate e ai loro soci e famiglie, opportunità di sanità integrativa di qualità e a costi sostenibili.

“Le parole chiave che hanno guidato fin dall’inizio di questo percorso – afferma Mario Sacco Presidente di Confcooperative Sanità Piemonte e membro del C.d.A. di Cooperazione Salute – sono cooperazione, sussidiarietà e mutualità. Con l’esperienza della mutua confederale si sta disegnando ogni giorno un progetto innovativo che apre la strada per offrire al nostro mondo questa ed altre possibilità di assistenza e di tutela, dove la centralità della persona, il primo tra i valori cooperativi, costituisce il vero vantaggio competitivo della cooperazione. La crisi finanziaria, che è anche crisi etica, ha reso evidente che c’è bisogno di una diversa visione di società. Noi, anche attraverso Cooperazione Salute, proponiamo i valori della mutualità, con un approccio sussidiario ad un sistema di welfare assistenziale e sanitario, ma non solo, che ha bisogno della nostra complementarietà e del nostro modello di economia fondato su valori della prossimità, del servizio e delle relazioni umane”.

“I dati di Cooperazione Salute in Piemonte, in 5 anni, sono decisamente incoraggianti - sottolinea Luca Facta, Referente regionale di Cooperazione Salute, - e dimostrano che i valori mutualistici possono essere una strada concreta per tenere lavoratori, famiglie ma anche i territori. A fine 2019 in Piemonte risultano 227 le imprese associate alla mutua con 17.687 lavoratori iscritti su 238 mila in tutta Italia”.

“Questa prima fase positiva di avvio del nostro sistema mutualistico – ha concluso il Presidente Sacco - ci rafforza sulla nostra scelta. Molto vi è ancora da fare, ad esempio ampliando gli ambiti cooperativi coinvolti, da quello delle produzioni lavoro a quello della cultura, da quello agricolo a quello del consumo e dell’abitazione. Ma la vera sfida dei prossimi anni sarà quella di creare le condizioni che la nostra mutua, anche insieme ad altre esperienze analoghe presenti sul territorio piemontese, diventi uno strumento di sanità integrativa territoriale, passando da un’opportunità offerta solo ai lavoratori e ai loro famigliari, anche alle comunità locali in cui il sistema da sempre opera”.
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