Da poco celebrati con un convegno venerdì 22 giugno 2018 presso la Sala Verde (Regione Gonzole 4) a Orbassano,i 30 anni di attività della Cooperativa Mirafiori, cooperativa sociale aderente a Confcooperative Federsolidarietà Piemonte. La cooperativa Mirafiori è un'agenzia educativa formata oggi complessivamente da 90 fra educatori professionali, operatori socio-sanitari, psicologi, pedagogisti, terapisti della riabilitazione psichiatrica, counselor a mediazione corporea. Dal 1988 si occupa di bambini e adolescenti. Svolge funzioni che si qualificano per il fatto di produrre servizi di relazione e quindi si assume una responsabilità che non si esaurisce nella cura dei beni e servizi erogati. La Cooperativa Mirafiori si distingue infatti per la capacità di innescare processi di assunzione di responsabilità che si diffondono a livello sociale e arrivano a coinvolgere reti, attori e risorse grazie alla credibilità e alla legittimazione sociale che è stata in grado di attivare nel corso dei suoi anni di attività. Punto focale della sua azione è stato quello di promuovere reti, creare occasioni, condividere esperienza al fine di migliorare i rapporti e i legami di scambio esistenti e di crearne di nuovi. 30 anni di rete, di formazione, di educazione territoriale: abbiamo chiesto a Luca Cordaro, Presidente della Cooperativa dal 1996, di raccontarci di più sulla sua storia e sulle attività messe in campo durante questi anni.
Come nasce la Cooperativa Mirafiori? "La Cooperativa nasce 30 anni fa su iniziativa di don Dino Morando nel quartiere di Mirafiori Sud: aveva immaginato che per compiere un lavoro più efficace con i ragazzi più difficili del quartiere occorresse strutturarsi in modo diverso, e di qui nacque l’intenzione di creare questa realtà. Di qui nasce il lavoro in oratorio e sul territorio, e un processo di crescita che ci ha portato a gestire servizi di educativa territoriale nella circoscrizione 10 sino all’apertura di una comunità per minori. Parallelamente abbiamo iniziato a occuparci di ragazzi con problemi di natura psichiatrica, lavorando in collaborazione con il reparto di neuropsichiatria dell’ospedale Regina Margherita di Torino da ormai oltre 20 anni. E’ stato un lungo processo di crescita: dai 4 soci dei primi anni ora siamo in 90, abbiamo aperto un’altra comunità, e allargato i nostri servizi territoriali su tutta la città e l’area metropolitana. La nostra mission è sempre stata legata ai minori, ma negli ultimi anni abbiamo aperto un nuovo servizio rivolto alle donne vittime di violenza, con una casa rifugio e un centro antiviolenza. Stiamo cercando di dare il nostro contributo per porre argine a questo fenomeno dilagante, che vediamo quotidianamente anche nelle famiglie in cui operiamo. Fondamentale la sensibilizzazione portata avanti dalla componente femminile all’interno della nostra cooperativa."
Com’è cambiato il modello educativo in questi anni? "Il nostro lavoro dev’essere sempre attento all’innovazione, di fronte a un contesto sociale che cambia sempre più rapidamente non possiamo infatti lavorare con metodologie obsolete. Uno dei cambiamenti più importanti è il progressivo aumentare dei problemi di natura psicologica degli adolescenti, causati da contesti socializzanti sempre meno accoglienti e famiglie povere di dialogo. Molto spesso i ragazzi non hanno posti dove frequentare adolescenti della loro età, manca il contatto con i coetanei, fondamentale per sviluppare l’identità. Questo porta al maturare di disturbi come anoressia, bulimia, fobia scolare. Accanto a ciò emerge il fatto che i ragazzi si immergono sempre più nella vita parallela del web, dove pensano erroneamente di avere molti amici, e ciò crea problematiche nel saper affrontare le classiche difficoltà dell’adolescenza. Molto spesso incontriamo ragazzi ‘defuturizzati', che hanno difficoltà a vedersi nel futuro, con difficoltà nell’inserimento sociale e lavorativo. Un tempo il lavoro dell’educatore era mantenere i ragazzi lontano dalla strada, oggi invece il problema è sempre più la realtà virtuale. Un tempo, l’obiettivo era non far scappare il ragazzo dalla comunità, oggi invece il lavoro principale è cercare di far uscire e socializzare i ragazzi.”
"La nostra cooperativa è parte di Metis Europe, organizzazione internazionale con sede a Bruxelles che raggruppa professionisti e organizzazioni che si occupano di persone con problemi psicologici.” aggiunge infine Luca Cordaro, "L’obiettivo è quello di creare buone prassi, trovando una linea guida dalla risoluzione di problemi simili cui spesso oggi vengono date risposte molto diverse. In questo campo il modello italiano, all’anniversario della Legge Basaglia, un modello di apertura delle strutture volto all’inclusione dei soggetti più fragili, è considerato un passo avanti rispetto agli altri approcci, per cui siamo guardati con attenzione dai partner europei.”